15/12/13

Una letterina da Adobe....

Ricevo e volentieri pubblico.

Giunge, con tutta tranquillità, per posta prioritaria questa letterina di Adobe. La data e' di ottobre, la lettera giunge verso il 20 novembre. La "piccola" software house americana, mi informa, con  il "cuore in mano", come si dice a Napoli, che circa due mesi prima il database dei clienti e' stato violato, ponendo a rischio i dati personali e le informazioni delle carte di credito.
Aggiungono, "ci rammarichiamo" e quello che le può succedere possono essere frodi (qualcuno userà la tua carta di credito per fare gli acquisti di Natale) oppure furti d' identità (finalmente avrò un gemello al mondo).
Per cui "....monitorizzi il suo account e faccia opportuna denuncia, nel caso ciò avvenga".

Una lettera del genere e' scandalosa.
Adobe non sa proteggere il proprio database e le informazioni dei propri clienti, Adobe non sa quello che e' successo (in una settimana di tempo gli hacker scorazzavano per il suo sistema informativo e Adobe lo ha scoperto dopo), Adobe non sa neanche quali dati siano stati sottratti.
Adobe, con un ritardo di due mesi informa i propri clienti, che un probabile furto e' avvenuto. Invece di mandare una mail, manda uno straccio di lettera...
Adobe non sa gestire la situazione, dice di scusarsi.
In altre parole, tu, cliente che hai depositato i dati nel mio sistema informativo e di cui io dovrei esser custode fedele, sei un pirla. Come se si depositassero i soldi in banca, e la banca ti avvertisse, dopo due mesi, che a causa di una malaugurata rapina, i soldi non ci sono più e tu li hai persi.

Adobe: sono dei buffoni e degli ingenui.

Una lettera del genere dovrebbe farci riflettere seriamente su quali dati conferire alle società durante le registrazioni, su quali condizioni contrattuali implicitamente accettare, prima di fare un acquisto.

Ripeto, oggi troppe cose si danno per scontate.
Una volta non era cosi. Chi si permette di scrivere un file come un "cookie" sul mio computer? Oggi, tutti lo accettano, come se qualcuno si mettesse a leggere la tua agenda.

Esistono dei limiti che non devono esser oltrepassati.
Qualcuno puo' rispondere: "Io non ho nulla da nascondere".
Io gli chiedo: "Tu dormi con la porta di casa, aperta?".

Aggiornamento del 17/12/2013
Segnalo il blog di VioletBlue, dove la fanciulla mette a disposizione uno strumento per capire se la propria mail è stata profanata: lo strumento e' sicuro ed e' qui:
http://www.zdnet.com/find-out-if-your-data-was-leaked-in-the-adobe-hack-7000023065/


27/01/13

Georg Elser: Der Attentater


 

« Poiché nessuno è in grado di farsi da sé solo imperatore, 
è chiaro che è il popolo a innalzare uno sopra tutti così che egli possa governare e reggere l’impero con la giustizia 
 
Agli imperatori e ai re che proteggono il regno si devono lealtà e rispetto, ma se essi si volgono all’esercizio della tirannide allora ogni obbedienza e rispetto vengono a mancare. 

Quando colui che è stato scelto per punire i malvagi diviene egli stesso malvagio e esercita con crudeltà contro i suoi sudditi la tirannide che aveva il compito di allontanare dal regno, è evidente che deve decadere dalla carica concessagli e che il popolo ha il diritto di liberarsi dal suo dominio: è il re divenuto tiranno il primo a rompere il patto. 

Nessuno può accusare il popolo visto che il re è stato il primo a tradire la fiducia pattuita. »

13/01/13

KZ Musik

Eva Lippold Brockdorff, nata nel 1909, era un' attivista politica tedesca antinazista.
Come tale venne arrestata nel 1934 e incarcerata fino alla liberazione nella prigione di Waldheim.
Eva e' sconosciuta ai più se non per esser un' artista che ha contribuito con il canto e la musica alla libertà.

Suo è il canto "Canta un uccellino sul lago" composto nel penitenziario, di cui riporto le parole in libera traduzione:

Canta un uccellino sul lago pieno di piacere e di dolore
Tirilli, tirilli, io ho solo un cuore
Canta con pieno piacere e totale dolore nel bosco verde
Tirilli, tirilli, io lo dono a te
Canta in inverno con la neve, canta in primavera con la luce
Tirilli, tirilli, il canto non si spezza.

Questo è uno dei tanti contributi musicali raccolti nella enciclopedia della musica concentrazionaria, opera curata da Francesco Lotoro, dove con immenso piacere ed emotività si possono ascoltare musiche, composizioni canti composti in campi prigionieri e di sterminio della seconda guerra mondiale.

La raccolta e' interessantissima perchè spazia su più identità nazionali, considerando contributi di prigionieri  delle due parti e  di diverse etnie, con una varietà incredibile di strumenti musicale e di tecniche

Si tratta di brani inediti, piacevoli, emotivamente forti che hanno un' unica caratteristica: quella di esser musica gentile, non forte, non distruttrice e piena di speranza e serenità.

Ascoltandola, preparatevi a commuovervi per la sua dolcezza.