14/12/08

Facebook: vale la proprietà transitiva?

Tutti ne parlano, molti si iscrivono, i politici lo usano come tribuna virtuale.
Facebook, personalmente, non mi convince. Può esser visto come un album di fotografie virtuale, in cui ospitare i ricordi ed i compagni di scuola, ma alla lunga, non riesco a condividerlo.
Mi spiego meglio. Ho amicizie di trent' anni fa: appunto perchè sono amicizie non ho paura di perderle. Dionigi mi telefona e mi dice che andrà a vivere a Parigi..."se vieni su, ci vediamo".
Basta questo.

Avrebbe sicuramente un posto d' onore nel mio Facebook, se l' avessi. Fabrizia, anche. L' ho rivista dopo venti anni, quando spontaneamente ci siamo ritrovati in pizzeria, con rispettivo marito e figli. Però le vite si sono divise, gli interessi ed i problemi sono diversi, d' altra parte non ci frequentiamo più, anche se l' incontro è stato piacevole.

Ci siamo, forse, misurati a distanza, ci siamo valutati e siamo felici così. Poi, ci sono ex-amicizie, persone da cui ci è staccati, per decisione, forse per errore, forse no.

Che senso ha costituire un archivio virtuale dei sentimenti, delle emozioni, dei pensieri che diventa pubblico per proprietà transitiva dell' informatica: se Tizio è amico di Caio e Caio è amico di Sempronio, Tizio è amico di Sempronio.

Non è così che funziona la vita. Certe cose non possono esser ricostruite sul computer, certe esperienze devono esser condivise e vissute, per esser veramente amici.

Lasciamo, quindi, alla vita fare il proprio gioco e togliamo il determinismo che il computer e l' informazione ci inducono...
Le cose sono molto più misteriose ed incomprensibili di un matematico gioco di relazioni....

8 maggio 2010
In una intervista interessante su Russia Today, l' eretico Assange dell' ormai "bannato" Wikileaks afferma che Facebook e' un detestabile "strumento di spionaggio". La cosa non è assolutamente impossibile, visto che Facebook è uno schedario di polizia, dove sono raccolte e censite le notizie personali di ciascuno di noi. La fortuna di certe società sono difficilmente spiegabili, a meno di ricompense e fatturati assicurati da fonti d' intelligence nazionali.

Micro$oft è stata la prima società a categorizzare il formato della posta elettronica. Ognuno di noi, compilando il campo oggetto di una mail, scrive una parola di un argomento che può facilmente condurre alla intercettazione della posta elettronica.

Ci sono programmi come "Cannibal" che esaminano i messaggi di posta elettronica e li classificano.
NSA è l' organizzazione statunitense dedicata esclusivamente alle intercettazioni elettroniche ed informatiche.

Come fare per difendere la nostra privacy?

Premesso che nessuno ha niente da nascondere in questa sede, per puro principio direi di non utilizzare messaggi cifrati perchè sono i primi ad attirare l' attenzione dei programmi di decodifica. Poi eventualmente utilizzare un liguaggio cifrato logico con un dizionario convenzionale (chiaro, no?)
Vecchi trucchi, ma ancora efficaci.
Inoltre, mai dire a più persone, ciò che è necessario conoscere.