02/06/08

Autorità, autorevolezza, maturità e consapevolezza


Ho finito di leggere "L' insegnamento del Buddha": posso solo riferirvi la drammatica e disarmante conclusione della necessità di condurre una vita solitaria consapevole.
Dicono che il buddhismo sia una religione, forse non lo è nel senso convenzionale e gerarchico come siamo abituati noi cattolici. La religione cattolica è autoritaria ed esclusivista: non ammette vie di mezzo è da chiare indicazioni per l' appartenenza. Adorerai un solo Dio....
In Occidente, esistono delle regole, esiste una gerarchia, esiste, forse, una concezione paterna della religione, in cui è facile sentirsi protetti e sicuri.

Il buddhismo, con in suoi concetti di vita civile e di compassione verso gli altri, richiede sempre una consapevolezza di quello che si compie e di quello che si pensa. Delle motivazioni per cui si giunge ad un determinato comportamento e poichè avvengono determinati fenomeni.
La censura e' da cercare in se stessi, non in qualcuno che esternamente ti dica ciò che è giusto e sbagliato. Tutto questo in una continua coscienza della trasformazione della vita e dell' inesistenza delle cose.

"Le maglie di una rete sono tenute insieme dai nodi che le uniscono. Così in questo modo tutto e' connesso da una serie di legami. Sarebbe un grave errore ritenere che una maglia di rete possa sussistere da sola"...cioè con un unico rapporto causa - effetto.
Accedere alla filosofia buddhista significa entrare in una continuo esperimento critico verso se stessi, nel raggiungimento di un comportamento corretto e sociale.

Garantisco che tutto ciò e' particolarmente scomodo, in una situazione di forte pressione materialistica e psicologica convenzionale.

E' pero' bello mettersi ancora allo specchio da soli, cercando di guardare la propria immagine